Cenni Storici
La partecipazione a mostre collettive e concorsi vari fin dagli anni ’50 ha fatto sì che numerosi autori abbiano scritto circa l’attività artistica di Romeo Bellucci.
Giulio Baresi, 2006
“Pittore e maestro di vita”. … Il suo universo è tempo trascorso, attimi appena colti che non avranno replica… Non si illude del poi perché dipinge il presente che a contatto con le tele si sfalda in tratti impalpabili… la sua opera è fra le testimonianze artistiche bresciane una delle più significative della seconda metà del novecento.
Tino Bino, 2004
“Olii e poesie” … Romeo Bellucci ha attraversato, indenne da mode e avanguardie, sessant’anni fra i più complicati della storia contemporanea, restando fedele alle emozioni di una pittura che guarda al paesaggio con l’innocenza che il paesaggio conserva in chi ne sa cogliere i caratteri e le pulsioni prima che le forme e le fratture del tempo. … L’arte è sempre per tutti e per nessuno. Romeo Bellucci, giunto all’età della saggezza, non pretende di impartire lezioni. Ci dice solo di una vita convissuta con la sua arte. Che è un modo di guardare la vita e la storia e di rendere l’una e l’altra meno solitarie e pericolose.
Mauro Corradini:
Tra verità e simbolo, 1994
… Dal cavalletto di Bellucci escono ora paesaggi, ora maschere cariche d’angoscia, ora ancora ritratti, per lo più femminili, elevati a simboli dell’umana condizione. Ed in questo eclettismo, in questo lasciarsi prendere la mano dall’emozione c’è senz’altro il “paese” di Bellucci, il suo essere appartato fuori dalle mode, mai fuori tempo.
La misura dell’emozione nel paesaggio di Romeo Bellucci, 1997
… Bellucci appartiene alla generazione di autori che è cresciuta all’interno dell’ultimo naturalismo postbellico … ha preferito misurarsi con il sentimento del paesaggio, con l’emozione delle cose, declinando di continuo l’immagine della realtà, che assapora lungamente con lo sguardo … per cogliere nell’invecchiamento delle cose, nell’incupirsi serale della purezza del giorno, il suo sentimento di saggia malinconia di fronte al mondo … per trasferire sulla tela la realtà come dimensione della nostra nostalgia per una vicenda che si consuma più rapidamente di quanto i nostri sensi siano capaci di comprendere. … Bellucci continua ad utilizzare la sua voce sussurrata, più che il grido per tradurre la sua malinconica saggezza.
Raffaele De Grada, 1988
… in Bellucci si nota “un’esile ma sincera lettura delle cose: forse Bellucci rincorre l’idea di una stretta continuità con l’arte del Novecento, ma il suo non appare per niente un formalismo manieristico bensì l’uso esercitato di uno stile, di un mestiere, di una tradizione”.
Fausto Lorenzi, 2003
Romeo Bellucci, sommesso e pudico cantore delle piccole cose
Bellucci è uno di quei pittori che vogliono tramandare forme schiette di tradizione e sensazione, a ridosso delle figure e del paesaggio, ma con tono sommesso, deliberatamente antiretorico.
Altrettanto, nelle nature morte, bisogna cercare il Bellucci che mira a dare sostanza scabra a povere cose, e che – quasi raschiandola su un fondo duro ma solido di sapienza artigianale – filtra la realtà come in un sussurro, per coglierne i trasalimenti più brevi e delicati. Al fondo una lieve, asciutta e dolente malinconia, in fiori disseccati, anemoni melagrane, sicchè l’osservazione diventa anche pacata meditazione sul tempo, come una musica vaga e struggente. Anche qui, come nei paesaggi più assorti, colori di malinconica sensualità e di schietta fisicità che impregnano di sommesse armonie musicali impianti di eco novecentista.
Luciano Spiazzi, 1985
Romeo Bellucci, 1985
Più incline a una pittura di impasti che rendono vibrante e interiorizzato il quadro: il dato impressionistico viene superato, avvolto com’è nell’emozione sottile partecipante che è propria di Bellucci. … Poi l’artista bresciano si è sciolto da un certo rigido e pur suggestivo fare pittorico per abbandonarsi, si direbbe, a un contatto più aderente al proprio orizzonte. Non tanto libera la mano la freschezza dell’improvvisare quando s’addentra con partecipazioni attente e commosse allo scenario che volta a volta rappresenta per lui il paesaggio dei suoi giorni. E’ un angolo di strada con il muretto e l’albero che si vede intorno a sorgere lì come una necessaria presenza, altrove un gruppo di case protette dalla collina sullo sfondo… Numerose le nature morte di questo pittore.
Le caratterizza una compostezza serena, un sottofondo di armonie pacate, pochi elementi ben individuati, lo spazio chiaramente scandito…